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Fa' la cosa giusta: un'esplosione di idee
Sabato 12 Aprile 2014

Di questa fiera ci sarebbe così tanto da raccontare che non basterebbe la memoria di quattro computer di ultima generazione, per altro dev’essere molto difficile poter rendere giustizia con le parole alla moltitudine di colori, di profumi, di facce e di idee che si possono incontrare in questa originalissima fiera.

Partiamo dal nome della fiera “Fa'' la cosa giusta”: ma cos’è quello, un accento? La faccenda dell’accento ha messo in crisi un po’ tutti, ma tra le risate di gruppo e il ricorso all’Accademia della Crusca s’è scoperto che il verbo fare, all’imperativo, ammette la cesura della lettera “i” alla parola “fai”, quindi quello non è un accento ma un simpatico taglietto come accade con la parola poco che si trasforma in po’. Il tagliare ed il ricucire, tra l’altro, è qualcosa che viene molto bene ai ragazzi che occupano la moltitudine di bancarelle del riuso creativo: borse, borsette, porta pc, puff comodissimi, cuscini meravigliosi .. date a queste persone un ago, un filo e del materiale qualsiasi e vi arrederanno la casa!

 Ho dovuto arrendermi e constatare che nemmeno in una vita intera avrei potuto inventare milleuno modi per riutilizzare degli elastici rotti, avete mai pensato di decorarci dei vasi di terra cotta? Ci si ritrova a passeggiare in mezzo ad un sacco di gente che ha deciso di cambiare strada, persone che invece di essere un peso per questo pianeta hanno deciso di esserne una risorsa; c’è chi organizza viaggi ecosostenibili, c’è chi coltiva l’orto con tecniche ad impatto zero, c’è chi ha deciso di mettersi a lavorare il legno altrimenti destinato alla discarica, c’è chi ha pensato di utilizzare energia pulita, ci sono quelli dell’usato on line e quelli dell’usato off line: ci sono tutti e hanno tutti una grandissima voglia di fare, di creare.

Non si può proprio non venire risucchiati da questo vortice positivo rischiando di perdere un po’ l’orientamento, ma fortunatamente la buona organizzazione della fiera permette, con un po’ di attenzione, un’ordinata fruizione della stessa. Il tutto è suddiviso in 11 sezioni tematiche: abitare green (vivere la casa in modo ecosostenibile), commercio equo e solidale (per un mondo in cui quando si dà si riceve allo stesso modo, senza logiche di profitto sbilanciate), cosmesi naturale e biologica (vivere il proprio corpo rispettandolo e rispettando gli animali e la natura), critical fashion (vestire in modo consapevole, riducendo se non eliminando lo sfruttamento umano e animale), editoria e prodotti culturali, il pianeta dei piccoli, mangia come parli (mangiare in modo eco e bio, nel rispetto della terra e di chi la vive), mobilità sostenibile (bike sharing, car pooling…), pace e partecipazione, turismo consapevole.

Così, dopo una bella passeggiata tra gli stand e un bel pranzetto vegano gustosissimo, ci si porta a casa una gran carica positiva e un’immensa voglia di fare qualcosa di concreto per cambiare il destino di questo pianeta.

Sono stata pesantemente contagiata pure io, tant’è che ho recuperato un pallet meraviglioso e ho tutta l’intenzione di costruirmi il tavolino per il salotto: giallo, lo farò giallo.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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