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Mercatini e negozi dell’usato: quale futuro?
Venerdì 20 Giugno 2014
Monica Ferraccioli

L’Europa del Riuso” è il titolo del Convegno tenutosi il 13 e 14 Giugno scorsi a Roma, organizzato con l’intento di presentare alle istituzioni centrali e locali le potenzialità del riutilizzo, considerato il motore dell’economia del futuro.

“Il riuso può essere un vero volano di crescita occupazione e inclusione sociale, a patto che politiche e raccomandazioni comunitarie in materia vengano applicate con determinazione dai paesi membri. In questo senso, la conferenza è stata l’occasione per portare il dialogo tra operatori del settore e tra questi e la politica, su un piano direttamente operativo”. Queste le parole di Augusto Lacala, Presidente della Rete O.N.U., l’associazione nazionale degli operatori dell’usato, volte a sensibilizzare il pubblico sulle lacune normative che ostacolano lo sviluppo del settore.

Alla luce di queste necessità, Rete O.N.U., con il contributo di associazioni e operatori collaterali, ha elaborato un disegno di legge da sottoporre all’attenzione del Parlamento mirato a riordinare dal punto di vista normativo una filiera capace di apportare, se efficientemente supportata, un importante contributo ambientale, sociale, culturale e occupazionale. Due i punti principali affrontati dalla proposta di legge: in primo luogo un corretto inquadramento della figura dell’operatore dell’usato e delle molteplici sfaccettature nel modo in cui l’attività può essere svolta. Quindi l’istituzione del Consorzio Nazionale del Riuso, centro d’indirizzo e d’interfaccia con le amministrazioni locali, che avrebbe lo scopo di assicurare un efficiente adempimento della funzione ambientale del riuso.

Non casuale la scelta della location in cui si è svolto l’evento: Officine Zero, a Roma, una fabbrica di manutenzione dei treni notte ora fallita e occupata in autogestione dagli ex operai. Giuseppe Terrasi, ex operaio della manutenzione treni, oggi attivo a Officine Zero, afferma: “Quando il lavoro finisce e la fabbrica dove hai lavorato una vita diventa un deserto, bisogna avere una praticabile: noi pensiamo che un centro di riuso, dove noi ex operai possiamo lavorare assieme a giovani precari e disoccupati, possa creare una prospettiva di questo tipo”. Riuso e riciclo potrebbero così rappresentare le opportunità per portare avanti progetti di rigenerazione e riconversione di fabbriche in crisi o fallite.

Gli aspetti ambientali affrontati dal piano di riordino normativo sono quelli che riflettono maggiormente le politiche attive a livello comunitario per incoraggiare e supportare il riuso. “Nelle politiche di riutilizzo l’ottica di filiera è quella che maggiormente favorisce i cittadini, perché le operazioni di riuso non gravino interamente sui contribuenti, si generi lo sviluppo locale e vengano messe a disposizione merci a prezzo accessibile”, afferma Pietro Luppi, Direttore del Comitato Scientifico di Rete O.N.U.

Volendo prospettare un futuro per il settore dell’usato, sicuramente il Convegno ha posto le basi per la creazione di un circuito virtuoso focalizzato sull’economia verde. Rete O.N.U. ha saputo non solo dimostrare le potenzialità della filiera, ma ha posto in essere misure attuative concrete in grado di favorire la massimizzazione del riutilizzo e lo sviluppo di processi eticamente ed economicamente sostenibili.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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