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Riuso e riduzione dei rifiuti a braccetto!
Domenica 26 Ottobre 2014
Monica Ferraccioli

“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni (..). Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana.

Più che dalle cose che vengono ogni giorno fabbricate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che vengono buttate per far posto alle nuove, tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il gusto delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi di una ricorrente impurità. (..) una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare.”

Italo Calvino descriveva così la città di Leonia nel suo romanzo Città Invisibili. A distanza di oltre 40 anni, secondo i risultati dell’ultimo rapporto Ispra, in Italia facciamo confluire alla discarica ancora il 37% dei nostri rifiuti.

Allora ci chiediamo: qual è la nostra passione oggi? Possiamo ripensare il “post-consumo” dei nostri beni?

Se è vero che spesso l’urgenza di liberarci da ciò che non usiamo più ci impedisce di valutare possibili alternative, è importante conoscere le opportunità di una gestione più responsabile di ciò che acquistiamo, partendo dal presupposto che non tutto ciò che si butta è rifiuto. Quante volte buttiamo oggetti o vestiti ancora in buono stato, solo perché per noi non sono più utili?

Le cose che noi non utilizziamo più possono essere interessanti per altre persone: per questo ci viene in aiuto il riuso, ossia la possibilità di rimettere in circolazione un bene senza modificarne o trasformarne la composizione, allungandone il ciclo di vita. Oltre ai rigattieri e i mercatini dell’usato, si stanno diffondendo in tutta Italia i negozi dell’usato, come quelli del network Mercatopoli, che oltre a ritirare l’usato, nel momento in cui lo vendono, rimborsano al proprietario una percentuale del prezzo di vendita che arriva al 50%.

Oltre a essere un’ottima opportunità dal punto di vista economico, riutilizzare è secondo solo alla prevenzione in tema di riduzione dei rifiuti. Scegliere l’usato permette infatti di evitare l’utilizzo di materie prime per la produzione di un nuovo bene, di risparmiare energia per lo smaltimento e di ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

Negli ultimi anni sempre più famiglie hanno scelto di condurre uno stile di vita più sano, puntando su modalità di acquisto e di consumo consapevoli: se a monte si prediligono alimenti biologici, materiali naturali e processi di produzione ecosostenibili, a valle il riuso rappresenta la via più semplice, attuabile e conveniente per fare del bene all’ambiente con un’attenzione in più al portafoglio.

È urgente pensare al futuro dei nostri beni per rispettare il futuro dei nostri figli e delle prossime generazioni. Ancor più in un Paese come il nostro, ricco di fascino e bellezze, invidiato dal mondo intero. Amato dal mondo intero. Iniziamo ad amarlo un po’ di più anche noi, ogni giorno.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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