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Cartoline nei mercati dell'usato: una storia speciale
Mercoledì 14 Ottobre 2015
Giulia Giarola

Immaginate di passeggiare in un mercatino dell'usato. Avete un po' di tempo libero e così decidete di dare un'occhiata alle bancarelle per vedere se trovate un oggetto curioso, quando all'improvviso qualcosa attira la vostra attenzione: cartoline antiche. Non so voi, ma io non so resistere alle cartoline, sono tra le poche cose che conservo (anche perché oggi è raro riceverle) e che mi piace rileggere a distanza di anni.

Spesso a causa di traslochi o svendite queste cartoline girano magicamente per il mondo, finché non si riuniscono nei mercati dell'usato, perse in mezzo a qualche libro o in compagnia di altre cartoline smarrite nel tempo.

E voi siete lì, davanti alla bancarella, a rigirarvi tra le mani questi pezzi di carta ingialliti, con le foto di luoghi di vacanza da una parte e dall'altra le firme di parenti altrui che salutano e dicono che va tutto bene. Mentre ammirate quei ricordi che non vi appartengono, ma che allo stesso tempo vi toccano il cuore, vi capita sotto gli occhi una cartolina con impressa l'immagine della vostra città natale e la curiosità inizia a farsi sentire.

Sorridete, il battito accelera e non potete resistere alla tentazione di girarla per vedere chi ha l'ha mandata, chissà cosa ci sarà scritto! E poi avviene un'altra magia: non solo quella cartolina è capitata lì per puro caso, ma chi l'ha scritta è qualcuno che conoscete benissimo... i vostri nonni.

Sgranate gli occhi e leggete almeno dieci volte ciò che c'è scritto, vi sembra impossibile eppure è tutto vero: quelle firme appartengono a delle persone che conoscete, che fanno parte della vostra vita e alle quali volete molto bene.

Guarda un po', c'è pure la data: 1952. Incredibile, ma quella non è la firma di papà? Eh sì, proprio accanto a quella del nonno, dev'essere lui anche se la scrittura è molto diversa, d'altronde all'epoca aveva solo 8 anni.

Insomma, siete in piedi, in una mercato dell'usato distante da casa, e state toccando una cartolina che ha 63 anni di vita e che i vostri nonni avevano spedito ad un amico di un altro paese. Siete lì e non potete credere ai vostri occhi. L'emozione è indescrivibile e la sorpresa oltre ogni aspettativa.

State forse sognando? Qualcuno vi ha fatto uno scherzo? Assolutamente no, questa è la storia vera di Massimo Vignuda, imprenditore di San Daniele del Friuli che in un mercatino dell'usato di Roma è stato il protagonista di una vicenda da far invidia alle migliori sceneggiature.

Qualche settimana fa Massimo si trovava nella Capitale per lavoro, e prima di un appuntamento si è ritrovato a girare tra le bancarelle di un mercatino nelle vicinanze della stazione Termini. E così, incuriosito dal banco delle cartoline accanto a quello dei libri usati, ha trovato quella del 1952 spedita dai nonni ad una persona che aveva collaborato nell'azienda di famiglia tanti anni fa.

Le firme sul retro della cartolina sono di due bambini e tre adulti: Franco (papà di Massimo che all'epoca era un bambino), Carlo (il fratello), Leo (uno zio) e i nonni Giovanni e Ilca. Il destinatario? Il signor Roberto Polano del paesino Forni di Sopra.

Una storia, quella di Massimo, che ha dell'incredibile, che ci emoziona e ci fa capire quanto valore può nascondere un singolo oggetto come una cartolina di parecchi anni fa. Questo però non è il primo e unico esempio di una cosa di seconda mano ritrovata, ad agosto infatti è stata scoperta in un libro usato un'altra cartolina particolare, una carta per l'immigrazione in Egitto di un signore nato nel 1928. Pensate se riuscissimo a raccogliere tutte queste storie... non sarebbe fantastico?

L'usato contiene dentro di sé l'amore di chi l'ha posseduto in precedenza, i ricordi e la gioia dei vecchi proprietari, ma soprattutto conserva un'inestimabile meraviglia: le collisioni temporali, momenti in cui il presente ritrova il passato.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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