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Riduzione dei rifiuti: il grande contributo dell'usato
Mercoledì 25 Novembre 2015
Giulia Giarola

Siamo nel pieno della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), che quest'anno va dal 21 al 29 novembre. Di cosa si tratta? E perché i negozi dell'usato possono fare la differenza in tal senso? Basti pensare che grazie all'usato possiamo contribuire a ridurre almeno del 10% i rifiuti immessi nell'ambiente.

La European Waste Week Reduction è un evento patrocinato dal Parlamento Europeo e promosso in Italia da diversi soggetti, tra i quali il Ministero dell'Ambiente, Anci e Legambiente.

L'obiettivo? Sensibilizzare la cittadinanza, le imprese e gli enti pubblici sulle strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti, promuovendo una maggiore consapevolezza sulla necessità di ridurne la produzione grazie alle pratiche di consumo sostenibili.

In tutta Europa dunque si stanno svolgendo numerose iniziative volte ad informare i cittadini sulle soluzioni in grado di ridurre l'enorme quantità di rifiuti che ogni giorno produciamo. Spazzatura che si potrebbe benissimo diminuire, evitare o trasformare in risorse grazie a piccoli gesti quotidiani.

Dematerializzazione è la parola chiave di questa settima edizione della SERR, ovvero usare meno materiali, o nessun materiale, per fornire lo stesso livello di funzionalità.

“Fare di più con meno” in sostanza, riuscire a ridurre o addirittura eliminare del tutto l'uso di materiali nello svolgimento di un servizio. Ecco alcuni esempi pratici: documenti digitali, firme elettroniche, pagamento delle bollette online, insomma, tutto ciò che riguarda l'informatizzazione della comunicazione.

Dematerializzazione però vuol dire anche migliorare l'efficienza con cui si utilizzano le risorse e quindi privilegiare il riuso di un bene, la condivisione con più persone, ed è qui che entrano in gioco i negozi dell'usato, maestri del riutilizzo di materiali di qualsiasi tipo.

Riusare un oggetto scambiandolo o vendendolo vuol dire dargli una nuova vita e di conseguenza evitare che finisca in discarica aumentando la mole di rifiuti. Il riuso non si riferisce solo alla riduzione della spazzatura ma anche della produzione.

Produrre un oggetto nuovo infatti significa fare i conti con fattori quali trasporto, smaltimento, imballaggi, sfruttamento delle materie prime e delle risorse naturali: tutto ciò è causa di inquinamento ed enormi sprechi di energia.

I negozi dell'usato dunque si pongono come promotori di un sistema di consumo più responsabile e sostenibile, diffondendo la consapevolezza che il rispetto per ciò che possediamo è utile in termini ambientali e personali. Vendere o comprare usato infatti ci permette di guadagnare in denaro e in salute.

La SERR di quest'anno perciò è un'opportunità in più per conoscere l'economia circolare, un modello basato proprio sul riuso ed organizzato in modo tale che i rifiuti di qualcuno diventino una risorsa per qualcun altro! L'economia circolare quindi è più collaborativa e il focus centrale non è più la proprietà di un prodotto, bensì il suo utilizzo.

I consumi nei negozi dell'usato ci sono, perché come tutte le attività lavorative hanno ancora la necessità di stampare diversi documenti per l'erogazione dei loro servizi, ma le soluzioni stanno arrivando, e la SERR con le sue iniziative ci avvicina sempre di più ad una realtà sostenibile per un futuro più sano.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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