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Sharing economy: economia della condivisione
Mercoledì 09 Agosto 2017
Giulia Giarola

Ultimamente senti parlare di sharing economy e non hai idea di cosa voglia dire? Ecco un articolo semplice e chiaro per fare un po' di luce su un modello economico davvero interessante, e che potrebbe essere - insieme all'economia circolare – una risposta contro la crisi ed i problemi legati all'ambiente.

Il mondo dell'usato e dei mercatini legati a questo settore, sempre più presente nella vita quotidiana e sempre più importante perché favorisce il riuso, sta alla base della sharing economy, quindi è il momento di capire quali sono i cambiamenti che questo tipo di “consumo” sta portando nella nostra realtà, e in che modo l'usato diventa davvero un elemento fondamentale del gioco.

Cos'è la sharing economy?

Sharing economy è un termine inglese che si traduce in economia della condivisione: si tratta di un modello economico che promuove forme di consumo più consapevoli, basate sul riuso invece che sull'acquisto e sull'accesso piuttosto che sulla proprietà.

Sharing economy

La sua finalità quindi sono: il consumo collaborativo e lo scambio equo di risorse e mezzi. Tuttavia non c'è ancora una definizione univoca di sharing economy che di fatto comprende forme e prassi di condivisione e collaborazione anche molto diverse tra loro.

Riuso vuol dire dare una nuova vita agli oggetti che hanno ancora molto da offrire e che possono essere riutilizzati da altre persone. I mercatini dell'usato si basano proprio su questo concetto, che con il tempo è diventato una vera filosofia di vita. Primo perché il riuso dà una seconda opportunità alle cose, e secondo perché di conseguenza vengono evitati molti sprechi, abbassando perciò l'inquinamento.

I tratti distintivi della sharing economy

CONDIVISIONE: ovvero l'utilizzo comune di una risorsa. La condivisione avviene tra persone al di fuori delle logiche professionali, significa che c'è una caduta dei confini tra finanziatore, produttore e consumatore. Nella sharing economy la condivisione può assumere diverse forme come lo scambio, il baratto o il crowding, cioè quando più persone contribuiscono alla creazione di un bene o un servizio attraverso risorse creative o finanziarie.

Caratteristiche della sharing economy

TECNOLOGIA: la sharing economy si basa sull'utilizzo di piattaforme tecnologiche che supportano le relazioni digitali. Tutto avviene tramite portali web e app mobile che creano attorno a sé una community di persone. Grazie alla tecnologia il contatto fra sconosciuto viene reso possibile, semplice ed immediato, ed è sempre grazie ad essa che si può accedere ad un servizio in ogni momento ed in qualunque luogo.

PROPRIETÀ: è l'aspetto più controverso, perché in realtà beni e servizi non sono offerti da un'azienda, ma dalle stesse persone che fanno parte della community. Ecco perché è quest'ultima a determinare il successo o meno di un'iniziativa di sharing economy. Un bene oggetto di condivisione comunque può restare al proprietario (ad esempio offrire ospitalità a qualcuno), cambiare proprietà (se baratto la mia borsa con un paio di orecchini) o essere di proprietà di una parte terza rispetto alla rete tra pari (come il car sharing offerto dalle case automobilistiche o dalle amministrazioni pubbliche).

PERSONE: per arrivare al successo con la sharing economy è necessario riuscire a mettere insieme persone con gli stessi interessi e fare in modo che dalla loro unione si creino vantaggi ed opportunità per tutti.

Alcuni esempi famosi di sharing economy? TripAdvisor, E-bay e Bla bla car.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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