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Space clearing: come e perché purificare casa
Mercoledì 03 Aprile 2019
Giulia Giarola

space-clearing-anteprimaTra un cambio di stagione e l'altro, la casa pretende sempre un po' d'ordine. Ma non il solito “se lo metto dietro la porta nessuno se ne accorge”. Parliamo di un vero e proprio metodo per purificare l'ambiente in cui viviamo, capace di ripulire anche la nostra interiorità. Oggi andiamo alla scoperta dello space clearing, l'arte di fare spazio.

Abbiamo già visto insieme quanto il decluttering sia utile per riordinare le stanze eliminando il superfluo e le zavorre negative che ci portiamo dietro. Lo space clearing invece, è l'insieme delle tecniche di purificazione degli spazi che proviene dal Feng Shui, disciplina che interpreta la casa come uno specchio nella nostra esistenza.

Nuovo spazio, nuova vita con lo space clearing 

Lo space clearing segue un metodo preciso per togliere pesantezze e negatività dagli ambienti rendendoli ariosi ed accoglienti. Ma soprattutto ci insegna a “fare spazio” più che liberarlo. Mentre liberare significa togliere, l'idea del fare spazio rimanda al contrario ad un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: creare, generare, aggiungere nuovo spazio.

Space clearing: fare spaziio in casa

Un processo di creazione dunque che ci apre ad una consapevolezza piacevolmente inaspettata, cioè quella di togliere un oggetto inutile per liberare spazio e allo stesso tempo generarne di nuovo, sia fisico che mentale, rendendolo disponibile per altri progetti e idee. Il principio quindi è chiaro: se non si fa spazio, nulla di nuovo può entrare.

Tutto questo serve per fare ordine nella vita, abbandonando oggetti inutilizzati, abitudini negative, relazioni superflue e brutti ricordi. Sgomberare casa acquista perciò un significato più profondo, riflette la nostra interiorità, ci permette di fare spazio al futuro, di sbloccare situazioni di stallo e di vivere conservando soltanto quelle cose che ci trasmettono emozioni positive.

Ciò che di superfluo ci circonda, infatti, richiama sempre la nostra attenzione: più cose negative abbiamo attorno e più la nostra energia sarà trascinata verso il basso. Disfarsene per fortuna non è così difficile, anzi, e lo space clearing ci insegna anche a dare una seconda vita a quelle cose ancora in ottimo stato e che potrebbero essere utili a qualcun altro.

Come fare space clearing in 5 passi

1. Cominciamo compilando una lista delle stanze e degli angoli che hanno bisogno di un po' di riordino e dove di solito si accumulano oggetti di vario tipo. Questa operazione serve per razionalizzare, perché ogni volta che un'area della casa è stata purificata possiamo spuntare con soddisfazione dall'elenco.

Space clearing and decluttering

2. Proseguiamo con il metodo: nello space clearing è importante operare per gradi, ripulendo per zone circoscritte. Significa iniziare prima dietro le porte, poi dentro i cassetti, in seguito gli armadi e così via. Per le tempistiche bisogna cercare di seguire il proprio ritmo personale, a seconda di quanto ci si sente motivati in quel momento.

3. Essere decisi e senza remore: se un oggetto provoca sensazioni spiacevoli o ricordi negativi non ci sono dubbi, è da eliminare. Inoltre è vietato accumulare oggetti in “forse”, meglio decidere subito se far sparire o tenere qualcosa. Liberarsi di ciò che è superfluo vuol dire lasciarsi andare al fluire della vita e aprirsi a ciò che potrà arrivare di nuovo e più positivo.

4. È ora di dare un posto preciso agli oggetti conservati. A seconda della tipologia è bene scegliere un luogo della casa che sia adatto e facile da ricordare. In questo modo sarà possibile anche dire addio a perdite di tempo inutili.

5. Ed infine: occhio a quello che viene buttato. Soltanto ciò che è rotto o pericoloso va gettato nella raccolta differenziata, perché gli oggetti in perfette condizioni possono avere una seconda vita. Quelli inutili per noi, infatti, possono essere utili per altri: possiamo regalarli, darli in beneficenza oppure venderli nei mercatini dell'usato.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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