Ormai è confermato: la crisi sta portando gli italiani a misurare con sempre maggiore accortezza il budget a disposizione, mese per mese, settimana per settimana, giorno per giorno. Vivere alla giornata è divenuto uno sport sempre più diffuso, visto che per molti le difficoltà si moltiplicano di fronte alla diminuzione del potere d’acquisto. A nessuno piace la crisi, eppure per alcuni sta diventando un’opportunità di riflessione sul senso – anzi, sul buon senso – dei consumi stessi.
Probabilmente negli anni, a partire dal boom economico, dagli anni cinquanta in avanti, abbiamo iniziato progressivamente a esagerare. Comprare tanto, anche il non necessario, è diventata una valvola di sfogo incredibile, che identifica i consumatori in cliché proposti dai media, dai testimonial, da attori e vip. Ma a lungo andare questo stile di vita che lascia la sobrietà al palo ci ha portato a non rispettare la terra, a produrre una quantità enorme di rifiuti, a sprecare, a lasciarci prendere.
Oggi l’opportunità dei mercatini dell’usato dà spazio a un altro modo di concepire le cose, che valgono di per sé, anche se usate, anche se un po’ retrò. Anzi, è questo il loro più grande valore che ci permette di esprimerci – se lo desideriamo e se è nelle nostre passioni – restaurando e riadattando oggetti del passato a esigenze del presente, di risparmiare, di trasformarci in nuovi ecologisti, che non rinunciano allo stile e alla qualità, ma che sono aperti a nuove opportunità, prima fra tutte quella di limitare i rifiuti e gli sprechi, diminuendo i volumi di merci in buono stato che finiscono negli inceneritori o nelle discariche, insultando il pianeta e il nostro portafoglio.
Comprare e vendere usato è diventata quindi una notevole opportunità per tutti: apriamo i nostri ripostigli, frughiamo nella soffitta dei nostri nonni e genitori e scopriremo una miriade di beni ancora utili, a volte saranno persino oggetti di valore, di antiquariato, complementi d’arredo da riadattare, carteggiare, riverniciare o da vendere così come sono grazie ad un mercatino, per guadagnare inaspettatamente o anche solo per liberare spazio che ci è utile per altre cose.
E non è solo questo: ricorrere al recommerce può essere anche un modus vivendi alternativo che ci permette di abbassare il budget necessario per far fronte alle nostre esigenze e a quelle della nostra famiglia, senza rimetterci in qualità! Pensiamo ad esempio all’abbigliamento, in particolare quello dei bambini, alle esigenze degli adulti e a qualche desiderio da soddisfare o regalo da fare.
Molti hanno ancora un pregiudizio sull’usato, che viene spesso considerato un ripiego: ricordiamoci che quando andiamo a bere un caffè ci viene offerto su una tazzina usata, quando dormiamo in hotel lo facciamo su lenzuola usate, quando andiamo al ristorante posate e piatti sono sempre usati. Gli oggetti che troviamo nei mercatini dell’usato sono gli stessi che noi puliamo o laviamo per venderli affidandoli ai titolari dei mercatini. Oggetti rotti o danneggiati non vengono nemmeno ritirati, a meno che non si tratti di articoli di antiquariato che possano essere restaurati.
Comprare e vendere usato ci permette di dare un senso a molte delle cose che non utilizziamo, che possono così vivere ed essere utilizzate e valorizzate ancora a lungo.
Ti è piaciuta questa pagina?
Condividila sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook o premi "+1" per suggerire questo risultato alle tue cerchie di Google+. Diffondere i contenuti che trovi interessanti ci aiuta a crescere. Grazie!
Tweet |
|