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Thrifting Week: nuove tendenze dagli USA!
Giovedì 15 Agosto 2013
Elisa Artuso

thrifting weekLe week di tendenza ormai ci sono dappertutto e sono quasi tutte dedicate al mondo del fashion: la New York fashion week, la Milano fashion week e poi lo stesso modello a Londra, Parigi, Istanbul e via dicendo.

Da poco è nata una nuova “week” che ha spopolato negli USA, ha fatto innamorare migliaia di persone e ha lanciato una nuova tendenza già anticipata negli ultimi tempi e ora confermata da questo evento. È la Thrifting Week di Atlanta, in Georgia, Stati Uniti. Così come in Italia, si fa di necessità virtù e si va anche oltre.

La Thrifting week è un evento unico nel suo genere in cui al centro ci sono i capi di abbigliamento usati. Si tratta di una moda in grande crescita, che porta nuovi appassionati e avvicina anche le persone che non avrebbero mai preso in considerazione questa possibilità. E' così che il settore dell'abbigliamento usato, negli States, ha registrato dal 2007 al 2012 un aumento del fatturato dell'83%.

Mercatini dal sapore vintage, negozi gestiti sulla compravendita dell’usato con il sistema del conto vendita, baracchine al mercatino delle pulci: siete voi il futuro, anche se vendete cose del passato. Anche se thrifting significa risparmiare, lo si fa con testa e se lo facciamo in tanti alla fine saremo più felici, meno spreconi, più ecologici e pure di tendenza. Bello vero?

Via libera allora a occhialoni anni ’70, vestiti con fantasie a fiori, pantaloni a zampa di elefante, jeans a vita alta, collane e bracciali di finto avorio, quelli un po’ kitch che se li metti adesso ti sembra di essere finita in una foto di famiglia un po’ sbiadita, di quelle che ti ritraggono bambina mentre le indossava qualcuna che è trent’anni più vecchia di te. E fa bello, perché ti fa rivivere il passato in modo divertente e scanzonato.

thrifting

La thrifting week ha confermato la voglia di rivivere le mode di qualche decennio fa, cercando capi unici, meglio se griffati, e ha anche lanciato un nuovo modo di fare beneficenza: esistono infatti negozi dell’usato che raccolgono gratuitamente capi da chi se ne vuole liberare e danno in beneficenza i fondi ricavati dalla vendita. Si chiamano “Thrift store” e a volte hanno persino la coda prima dell’apertura perché selezionano con grande cura gli articoli da esporre e trovano sempre più adepti appassionati a caccia di pezzi unici.

E a casa nostra a che punto siamo?

Sul nostro portale sono registrati tantissimi negozi dell’usato in tutta Italia che funzionano con il sistema del conto vendita. Questo significa che i privati possono contattare il negozio o passare a portare i propri oggetti usati, di abbigliamento e non: dopo attenta e accurata selezione, i capi vengono esposti e rimangono del proprietario fino a che qualche cliente non li acquista. A quel punto il precedente proprietario ha diritto al rimborso, che varia a seconda delle condizioni applicate dai vari mercatini (in genere si aggira attorno al 50% del prezzo di vendita).

Un ottimo modo per fare affari, trovare oggetti unici del passato più o meno recente e per risparmiare!


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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